25.9.09

Basta che funzioni



Ed eccoci qui di fronte all'ultima creatura di Woody Allen. Lo dico subito, non sono nè un suo grandissimo fan nè conosco bene la sua cinematografia, quella che ha fatto la fama del regista e personaggio Woody Allen. Ho amato un suo vecchio film "Crimini e Misfatti". Mi sono appassionato in tempi recenti ai suoi film dopo "Match Point" che ho divorato ma ben presto mi sono accorto che era un caso unico, totalmente fuori dal suo stile. Sono rimasto tiepido di fronte a "Scoop" e "Sogni e Delitti". Mi sono irritato con "Vicky Christina Barcelona". Non ero quindi così intenzionato a vedere questo "Basta che funzioni" tanto più che dalle recensioni il protagonista sembrava cucito sulla figura di Allen.
Boris è infatti un vecchio divorziato, acido, misantropo, misogino, maschilista, razzista, intollerante, disadattato, ipocondriaco, agnostico, agorafobo, nichilista, pieno di fobie e arroccato sui baluardi della sua manifesta e ostentata superiorità culturale, nonchè aspirante suicida senza successo. Un giorno prima di rincasare fa la conoscenza di una ragazzina provinciale e un po' sciocca in fuga da casa e in cerca di ospitalità. Suo malgrado, Boris accetta e tutta la prima parte del film è incentrata sul meraviglioso scambio di battute e confronto di mondi tra Boris "l'illuminato" e Melody "la vermetta". Dapprima un peso, Melody saprà restituire a Boris l'umanità persa e lo terrà in vita fino a diventarne una baby moglie-badante... Dal canto suo Boris otterrà un clone femminile malriuscito di se stesso in cui tutte le sue visioni pessimistiche si fondono assumendo connotati surreali se pronunciati dalla "leggera" Melody. Finchè alla porta non bussa l'altrettanto caratteristica madre di Melody, portando scompiglio nella vita matrimoniale di questa coppia sui-generis... Di qui in poi la storia prende una piega se vogliamo più "consueta", con una dimensione corale dove ogni personaggio si libera delle proprie frustrazioni seguendo le sue reali aspirazioni.
Ma il vero film è il primo tempo, in cui Allen-Boris mette in scena tutto il suo io e la visione del mondo. Beh... probabilmente è proprio questa la chiave dell'ottima riuscita del film: è sulla carta un film che rispetta tutti i clichè (che tanto odia il signor Boris) del cinema di Allen, parla di Allen, il protagonista è un alter-ego di Allen, il film intero è Woody Allen. E devo dire che così, Allen non mi dispiace affatto, anzi rientra perfettamente in un tipo di umorismo, o meglio dire sarcasmo, che adoro. I dialoghi del film potrebbero essere un formulario di stoccate e freddure da tenere conservate e usare nei momenti più opportuni eheh. Ho un solo timore... da grande diventerà come il vecchio Boris? :S ... Chi lo sa, come dice Boris..."Basta che funzioni!" ;)

4 commenti:

Angelica Zazie ha detto...

lo devo vedere....se Allen è tornato quello dei tempi di Manahttan ci siamo! :)

Grà ha detto...

nn avevo grandi aspettative su questo film di Allen... ma sono rimasta piacevolmente sorpresa!bei dialoghi...sarcasmo a gogò...ottimi ingredienti per rendere un film piacevole! voto:8+
p.s.Però nn diventare come il protagonista..:)

Anonimo ha detto...

@ Grà: ma stavi anche tu al cinema? Non t'ho vista! Dai è simpatico...magari ad arrivare così a quell'età. Vorrà dire che il cervello funzionerebbe alla grande (beh inzomm..) :P

Grà ha detto...

no no...sono andata allo spettacolo delle 20 per poi andare a fare la ganza al santograal! :) vabbè simpatico sì...ma immagina uno con tutti quei difetti:acido, misantropo, misogino, maschilista, razzista, intollerante, disadattato, ipocondriaco, agnostico, agorafobo, nichilista, pieno di fobie e arroccato sui baluardi della sua manifesta e ostentata superiorità culturale, nonchè aspirante suicida...più che altro: come si fa a sopportare? hihihihi

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