8.1.10

Ponyo sulla scogliera



Ponyo è una pesciolina rossa dalla faccia umana, "tonda tonda e sofficiosa" (per citare la simpaticissima canzoncina dei titoli di coda che trovate sotto) che un giorno si allontana dalla sua casa e finisce in un barattolo di vetro sulla riva. Il piccolo Suske le salva la vita, e tra i due nasce una tenera amicizia sfumata dall'amore, a cui neanche le divinità del mare potranno opporsi. Solo Suske dimostrando il suo coraggio permetterà a Ponyo di diventare una vera bambina e di salvare la mamma e i suoi amici da uno tsunami che ha allagato il villaggio...

Ogni volta che vede la luce una nuova creatura di Hayao Miyazaki, entro in ansia come un bambino che aspetta di scartare il regalo di Natale...
Si perchè il maestro ha tra i più grandi pregi quello di proporci un immaginario fantastico, delle suggestioni visive, codificate attraverso tematiche classiche della sua cinematografia (l'inquinamento della natura, il rapporto tra anziani e giovani, l'amicizia, il percorso verso l'età adulta attraverso delle prove) che ci mettono in contatto con l'io più nascosto e incontaminato, con quel bimbo che dorme dentro ognuno di noi. E in "Ponyo sulla scogliera" questo concetto trova la sua massima esaltazione. La voluta semplificazione dei tratti grafici e dei sublimi colori pastello, l'abbassamento dell'età anagrafica dei protagonisti e la semplificazione delle tematiche invece di impoverire la pellicola, arricchiscono il tocco magico e incantatore delle sue storie. In più grazie all'ambientazione marittima, conosciamo la rappresentazione spaventosa della forza oceanica, della paura dello tsunami e della sua raffigurazione divina...elementi sicuramente estranei alla nostra cultura.

Un connubio di ispirazioni occidentali (è difficile non pensare alla "Sirenetta" di Andersen - e non di Walt Disney ci tiene a precisare il maestro, perchè è una versione troppo buonista- ), di elementi della mitologia orientale (la rappresentazione divina del mare sotto la figura del "Madre del Mare"), di candore e poesia che fanno di "Ponyo sulla scogliera" una pellicola che è un toccasana per l'anima e il cuore.
Sicuramente inferiore a capolavori indiscussi del Maestro come "La Città Incantata" e "Il Castello Errante di Howl", ma come tutti i suoi lavori è imperdibile, da vedere e rivedere. Ce ne fossero di più di cartoni animati così, forse tutti riprenderebbero la capacità di sognare...

[Voglio il peluche di Ponyo con la faccina snob vi prego ditemi dove si trova! La Ponyo Theme Song invece l'ho trovata ed eccola qua... Attenzione che si ficca nella testa e non se ne va più! :P]


5 commenti:

marinella ha detto...

bello bello bellissimo questo film! non so se ti è capitato di leggere quanto buttai giù sul mio blog dopo l'entusiastica visione (il primo giorno di proiezione italiana :D ero trepidante)... una storia in cui mi ritrovo molto. E poi Miyazaki in generale, davvero un genio dell'animazione

Anonimo ha detto...

Ciao Mari! E si... Miyazaki è un genio, io lo chiamo il Maestro!
La tua recensione mi è sfuggita, se me la linki la leggo volentieri! :))

Anna ha detto...

Ti ho risposto da me :)
Quanto a Miyazaki, genio credo sia la parola ideale. Il suo immaginario è così vario e fantasioso da far invidia. Io per prima, che indietro nel tempo vivevo in un mondo fatto di creature fantastiche, guardo le sue pellicole con aria sognante!

marinella ha detto...

http://ficatignamarinella.spaces.live.com/blog/cns!F2C8A155AC05EBA9!1500.entry
;)

Anonimo ha detto...

Letta e non posso che essere d'accordo!
In fondo uno dei temi riccorenti nelle favole di Miyazaki è proprio la crescita che lui presenta ogni volta sotto forma di metafore differenti...
CHe ricerca ha fatto tua sorella?! Davvero curioso!

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