
Revolutionary Road è la tipica strada di un paesino bene della provincia americana: bei viali, giardini fioriti, case dallo steccato bianco e ampi sorrisi del vicinato. Frank ogni mattina si alza, e insieme a centinaia di ometti incravattati e imbrigliati in abiti dai colori tristi, si reca dietro la sua macchina da scrivere con la quale passerà le successive 10 ore dilettandosi tra una pipa e una segretaria. Nel frattempo April stira, lava, cucina e si prende cura dei due figli. E alla sera accoglie sorridente il marito? No. April e Frank dormono in letti separati. I loro sogni di giovane coppia "rivoluzionaria" si sono infranti nella più ipocrita e convenzionale delle strade provinciali, sotto il carico dei figli, del lavoro e delle responsabilità. Per questo April in uno slancio coraggioso quanto infantile pensa che il trasferimento-fuga a Parigi della loro famiglia possa essere l'unica possibilità di salvezza permettendo loro di dedicarsi finalmente a ciò che avevano desiderato da giovani. Ma il concepimento di nuovo figlio impedirà alla coppia di seguire il loro progetto...

Il regista Sam Mendes porta sullo schermo le stesse tematiche affrontate in "American Beauty", ovvero la "disperazione del vuoto" che si nasconde dietro la perfezione delle famiglie medio-borghesi [una tematica senza epoche: negli anni '20, così come negli anni '50 e oggi], i drammi dietro gli steccati bianche e gli ampi sorrisi con cui mogli e mariti nascondono le bassezze e le frustrazioni di una vita in due. Ciò che non riescono a fare April e Frank, tra cui di giorno in giorno la frustrazione, l'angoscia, la disperazione di una vita di rimpianti si sostituiscono al loro pur grande amore fino alla tragedia finale.
Fra tutti i personaggi, si riconosce la voce del regista in quella di un "malato di mente"... L'unico che stranamente dice le cose come stanno, quasi una sorta di coscienza critica all'interno di una società distratta e bigotta. Quello che non ha paura di risultare sgradevole mentre urla in faccia alla giovane coppia le verità della loro discesa tragica.
E la scena finale? Un autentico colpo di genio per un grandissimo film: un po' mattone come piace a me, il che vuol dire ben sceneggiato, ben diretto, ben caratterizzato e con due protagonisti, Winslet e Di Caprio, che di strada dal Titanic ne hanno fatta davvero tanta [e guarda caso nel ruolo di vicina colorita e impicciona c'è un'altra conoscenza del Titanic...L'inaffondabile Molly!! Un caso?:P].
"Siamo cascati nella stessa ridicola illusione,
sistemarti nel momento in cui hai dei figli...
... era una bugia"